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Assunzione di estrogeni e rischio ca mammella


Se prolungata per 15 anni, la terapia ormonale aumenta i rischi di tumore. I dati contrastano con quelli di ricerche precedenti.


L’assunzione di estrogeni in menopausa, prolungata per almeno 15 anni, è collegata a un aumento del rischio di sviluppare un tumore mammario: lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine.



Gli autori, che lavorano al Dana Farber Cancer Center di Boston (Stati Uniti), hanno verificato le condizioni di quasi 30.000 donne partecipanti a un’ampia ricerca focalizzata sulle infermiere americane (Nurse’s Health Study). In particolare, su oltre 28.000 donne, si sono registrati 934 casi di malattia, 226 dei quali tra coloro che non avevano mai preso estrogeni e ben 708, invece, tra donne che avevano seguito una terapia ormonale per compensare il calo di estrogeni legato alla menopausa, specie se l’assunzione era stata prolungata nel tempo.



Dopo 15 anni, infatti, il rischio di sviluppare una qualunque neoplasia mammaria è risultato aumentato del 42 per cento, e tale incremento ha sfiorato il 50 per cento per i tumori sensibili agli ormoni. Al di sotto di un periodo medio di 15 anni non è stato invece possibile dimostrare alcun effetto.



Il nuovo risultato sembra destinato a riaccendere le polemiche sull’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva in menopausa, perché contrasta con un’indicazione di segno opposto resa nota qualche settimana da uno studio di grandi dimensioni, il Women’s Health Initiative, che negava l’esistenza di un nesso tra l’assunzione dei soli estrogeni per almeno sette anni e il cancro al seno.



Ma secondo gli autori ciò dipende dal fatto che solo un periodo di tempo di osservazione più lungo (15 anni contro 7) permette di far emergere differenze significative a seconda che le partecipanti assumano o meno ormoni sostitutivi.
Per questo gli autori concludono che, se una donna intende utilizzare estrogeni per più di 15 anni, deve essere informata dal proprio medico dei rischi che corre e delle possibili alternative, e controllata con uno stretto monitoraggio mammografico.

10/10/2006

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